Autogol di Xiaomi:
Il bug si nascondeva in Guard Provider, un’app preinstallata sui dispositivi Xiaomi. La vulnerabilità permette un attacco Man-in-the-Middle.In ambiente Android ormai i maggiori problemi sembrano derivare dalle applicazioni preinstallate sui dispositivi. Succede nel caso degli attacchi che colpiscono la filiera di produzione (ne abbiamo parlato in questo articolo) ma anche per altri motivi.Nel caso di Xiaomi, per esempio, la grana si è presentata sotto forma di una vulnerabilità in grado di consentire un attacco di tipo Man-in-the-Middle (MiTM) ai danni dei dispositivi del produttore cinese.E non stiamo parlando di poca cosa: l’azienda con sede a Pechino, infatti, detiene una quota di mercato dell’8% nel settore mobile, che ne fa il terzo produttore al mondo. Stiamo parlando, quindi, di milioni di smartphone potenzialmente a rischio attacco.Ma qual è esattamente il problema? Come spiegano i ricercatori di Check Point, che hanno individuato la falla e ne hanno descritto i dettagli in un report pubblicato su Internet, la vulnerabilità in questione si trova in un’applicazione di sicurezza preinstallata sui dispositivi Xiaomi.Si chiama Guard Provider e avrebbe il compito di individuare eventuali malware, ma il bug nel suo codice avrebbe permesso a un eventuale pirata di portare l’attacco nel momento in cui si fosse trovato connesso alla stessa rete Wi-Fi.